Prezzi energia oggi, informiamo i nostri clienti
Nel corso del mese di ottobre, l’Italia ha visto un aumento significativo nei prezzi dell’energia elettrica, portando il costo medio ponderato, noto come Pun (Prezzo Unico Nazionale), a 134,26 €/MWh (megawattora). Questa crescita è stata influenzata da diverse dinamiche, tra cui l’andamento dei costi del gas naturale e del carbone, oltre a una riduzione della produzione da fonti rinnovabili.
L’analisi mensile del Gestore dei Mercati Energetici (GME) ha rivelato che la crescita del Pun è stata parzialmente mitigata dalla diminuzione degli acquisti nazionali e dalla notevole crescita delle importazioni nette, soprattutto al confine settentrionale. Tale aumento è stato favorito sia dall’aumento stagionale della Capacità di Transito Nominale (NTC, misura della capacità di trasmissione dell’energia) che dalle quotazioni più basse sulle borse estere limitrofe.
Prezzo Energia elettrica
L’ascesa del Pun è stata particolarmente evidente durante le ore di punta, con un rapporto picco/baseload ai massimi dal febbraio. A livello zonale, il differenziale Nord-Sud è tornato debolmente negativo, con i prezzi di vendita in aumento sia al Nord, a 133 €/MWh, che nelle altre zone, a 134/136 €/MWh.
Quanto costa la corrente in Sicilia?
In Sicilia, i prezzi orari sono saliti fino a 9 €/MWh, con picchi di 243/268 €/MWh, legati a limitazioni sui transiti. Nel complesso, la quantità di energia elettrica scambiata nel Sistema Italia è diminuita a 22,8 TWh (terawattora), riflettendo una riduzione dei volumi negoziati sulla borsa elettrica del GME.
Come si fa a conteggiare il costo dell’energia elettrica?
Il PUN è un valore espresso in €/MWh (megawattora), ma può anche essere riportato anche in scala, come €/kWh (kilowattora). Ricordiamo banalmente che 1 MW = 1.000 kW, per cui per ottenere il costo kwh è sufficiente dividere il PUN al MWh per mille.
Le differenze tra nord e sud Italia, prezzi energia oggi
Dal lato della domanda, gli acquisti nazionali sono diminuiti del 6,1%, mentre le esportazioni sono scese del 12,6%. L’offerta è stata influenzata dalla riduzione degli acquisti nazionali e dalla crescita delle importazioni, portando le vendite nazionali a 17,8 TWh (-12,2%), soprattutto al Nord.
Questa diminuzione delle vendite nazionali interessa sia le fonti tradizionali che quelle rinnovabili. Le vendite rinnovabili, in particolare, hanno registrato un calo, concentrato principalmente nell’idroelettrico e nel solare, mentre l’eolico è rimasto pressoché invariato. Le quote di mercato del gas (48,0%) e dell’eolico (9,8%) sono aumentate, mentre quelle del carbone (2,4%), dell’idroelettrico (19,5%) e del solare (10,3%) sono diminuite.
Le importazioni nette sono tornate ad aumentare, raggiungendo 4,9 TWh (+25,9%), concentrando la crescita soprattutto al confine settentrionale. È importante notare la riapertura dell’interconnessione con l’Austria dal 25 ottobre e il “partial decoupling” della Grecia il 29 ottobre, causato da problemi tecnici del sistema di trading greco relativi alla registrazione della 25ª ora.
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